Qual musico gentil (Giaches de Wert)
Music files
ICON | SOURCE |
---|---|
File details | |
Help |
- CPDL #29951: Finale 2004
- Editor: Willem Verkaik (submitted 2013-08-24). Score information: A4, 26 pages, 482 kB Copyright: CPDL
- Edition notes:
General Information
Title: Qual musico gentil
Composer: Giaches de Wert
Number of voices: 5vv Voicing: SATTB
Genre: Secular, Madrigal
Language: Italian
Instruments: A cappella
Published:
Description: From Tasso's La Gerusalemme liberata There are 5 parts: 1.Qual musico gentil 2.Poi cominciò: Non aspettar ch'io preghi 3.Se m'odii, en ciò diletto 4.Aggiungi a questo ancor 5.Sia questa pur tra le mie frodi
External websites:
Original text and translations
Italian text
Qual musico gentil, prima che chiara
altamente la lingua al canto snodi,
a l'armonia gli animi altrui prepara
con dolci ricercate, bassi modi,
così costei, che ne la doglia amara
già tutte non oblia l'arti e le frodi,
fa di sospir breve concent' in prima
per dispor l'alma m'in cui le voci imprima.
Poi cominciò: "Non aspettar ch'io preghi,
crudel, te, come amante amante deve.
Tai fumm' un tempo; or se tal esser neghi,
e di ciò la memoria anco t'è greve,
come nemico almen ascolta:
i preghi d'un nemico talor l'altro riceve.
Ben quel ch'io chieggio è tal che darlo puoi,
e integri conservar gli sdegni tuoi.
"Se m'odii, e in ciò diletto alcun tu senti,
non te'n vengo a privar: godi pur d'esso.
Giusto a te pare, e siasi.
Anch' io le genti cristiane odiai,
no'l nego, odiai te stesso.
Nacqui pagana, usai vari argomenti
che per me fosse il vostr' imperio oppresso;
te perseguii, te presi, e te lontano
dal' arme trassi in loco ignoto e strano.
"Aggiungi a questo ancor quel ch'a maggiore
onta tu recchi et a maggior tuo danno:
t'ingannai, t'allettai nel nostro amore;
empia lusinga certo, iniquo inganno,
lasciarsi còrre il virginal suo fiore,
far de le sue bellezz'altrui tiranno,
quelle ch'a mille antichi in premio sono
negate, offrire a novo amante in dono!
Sia questa pur tra le mie frodi, e vaglia
si di tante mie colpe in te'l difetto
che tu quinci ti parta,e non ti caglia
di questo albergo tuo già si diletto.
Vattene, passa il mar, pugna, travaglia,
struggi la fede nostr': anch' io t'affretto.
Che dico nostra? ah non più mia!
Fedele sono a te solo, idolo mio crudele."